S I B Y L L A il mistero della vergine oscura
ventum erat ad limen, cum virgo: poscere fata Tempus, ait; Deus, ecce, Deus!
[ erano giunti all'ingresso, quando la vergine disse: è tempo di chiedere i Fati, il Dio, ecco il Dio! ]
[ VIRGILIO Eneide libro VI versi 45-47 ]
fotografie di Francesco SORANNO
inaugurazione venerdì 12_06_2017 ore 10.00/18.00 | NAPOLI Stazione Cumana di Montesanto | visitabile fino al 30_06_2017 | orari 10.00-12.00 16-18 ingresso libero
ricerca fotografica dedicata alla Sibylla Cumana, forse il più diffuso mito dei Campi Flegrei per ripercorrere l'origine, i segni e i luoghi in cui tale fantastica narrazione si è consumata
si ringraziano
EAV Ente Autonomo Volturno
per aver consentito l'installazione della mostra nella Stazione di Montesanto Napoli
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo-Soprintendenza Archeologia della Campania per aver autorizzato le riprese fotografiche all'interno del Parco Archeologico di Cuma
particolare ringraziamento a Iolanda Malafronte che ha interpretato la Sibylla
SIBYLLA CUMANA | la ricerca
principali riferimenti bibliografici | VIRGILIO [Eneide libro VI] | OVIDIO [Le Metamorfosi libro XIV] | DANTE [La Divina Commedia "Paradiso" canto XXXIII] | PETRONIO [citato in epigrafe da T.S. Eliot in "The waste land"]
la Sibilla Cumana era il più famoso oracolo del mondo antico, giovane vergine che svolgeva attività mantica in unostato di trance (furor), l'etimologia e l'origine dell'appellativo è sconosciuta | chi visitava la Sibilla Cumana in cerca di consigli veniva introdotto al vestibolo antistante la camera interna dell'oracolo, attraverso una galleria, scavata nella collina di Cuma, in cui si alternavano luci e ombre, | La visione inquietante di un'indistinta figura sacerdotale,svanente a tratti nell'oscurità, doveva risultare sconvolgente anche per il più coraggioso dei visitatori
la leggenda | Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed ella gli chiese l'immortalità, ma dimenticò di chiedere la giovinezza e, dunque, invecchiò sempre più fino al punto che il corpo divenne piccolo e consumato, come quello di una cicala | così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce | Apollo le diede un'altra possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza, ma ella, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare
Virgilio, nel libro VI dell'Eneide la rappresenta nella doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell'oltretomba e la presentazione dell'oracolo è accompagnata dal cupo ritratto dei luoghi in cui vive e che formano un tutt'uno a suggerire un'immagine di paura ma allo stesso tempo di mistero
in Ovidio, nel libro XIV delle Metamorfosi, la Sibilla Cumana narra ad Enea del dono ricevuto da Apollo, di tanti anni di vita quanti i granelli di sabbia che era possibile stringere nella propria mano; dimenticando tuttavia di richiedere l'eterna giovinezza, la Sibilla era destinata a un invecchiamento lunghissimo nel tempo
in un celebre passo di Petronio, la Sibilla viene ricordata e citata in epigrafe da Thomas Stearns Eliot nel suo The waste land: "perché, io stesso con i miei occhi la Sibilla a Cuma ho visto, in una bottiglia, e quando i ragazzi hanno detto: Sibilla quello che vuoi? lei mi ha risposto: voglio morire [mori volo]