ORIGINE mostra fotografica di Tiziana Mastropasqua
da mercoledì 23 aprile alle ore 17:30 al Marotta&Cafiero store, sito nel foyer del Teatro Bellini di Napoli
inaugurazione di "ORIGINE" mostra fotografica di Tiziana Mastropasqua
ORIGINE | testo a cura di Stefano Chiuchiarelli
Terra Alma Mater. La terra come madre nutrice del mondo, come luogo di origine da cui tutti proveniamo. Per Tiziana Mastropasqua il rapporto con la terra è legato all’energia della terra stessa. Serbatoio infinito da cui l’artista attinge la sua forza e con cui ha stabilito un legame viscerale fatto di istinti perduti e ritrovati, di magia, di simboli. Le fotografie di Tiziana raccontano tutto questo e anche altro. Il linguaggio dei simboli è una dimensione reale dell’esistenza che spiega il mondo attraverso messaggi non immediatamente decifrabili, ed è un linguaggio di cui le immagini della Mastropasqua sono intrise. Spetta allo spettatore codificare il significato che si cela al di là delle figure in bianco e nero fissate dall’obiettivo dell’artista.
Scatti in digitale resi attraverso il bicromatismo della fotografia classica e operando in camera oscura: la tecnologia moderna applicata alla tradizione.
La passione di Tiziana Mastropasqua per la fotografia ha radici che affondano in un intenso percorso artistico iniziato in una lunga esperienza di attività teatrale come regista e attrice e proseguito con l’approccio con la pittura con una preferenza per l’iperrealismo. Da questo fecondo sostrato nasce quasi come naturale conseguenza l’incontro con la fotografia. Il risultato è un “melting pot”, un crogiuolo in cui le diverse esperienze artistiche di Tiziana si fondono per dare vita a un composto originale. L’impostazione teatrale si riflette nella predilezione per la figura umana quale soggetto delle fotografie, mentre la conoscenza del linguaggio scenico fa da supporto al lavoro fotografico consentendo di esprimere all’esterno l’immagine interiore. L’estetismo della tecnica pittorica applicato alla fotografia ne approfondisce ulteriormente il valore artistico, in quanto attraverso lo studio della luce, e il suo effetto sul soggetto da rappresentare, l’artista raggiunge immediatamente il cuore dell’immagine che desidera riprodurre. L’idea è di ricercare ciò che rende bella l’immagine. E la pittura è, in questo lavoro di indagine, di grande ausilio nella scelta finale della foto.
Alla terra sono legate tre serie diverse di fotografie.
La prima si intitola “Oniro”: è un ritorno alle origini, un viaggio nell’inconscio. È un percorso che ha condotto l’artista a una mèta imprevista: l’onirico, il sogno, diventa punto di partenza per giungere all’oniro, il lato oscuro del sogno che nasce dall’incontro con sé. Da quest’incontro inquieto non possono che essere partorite immagini cupe che riproducono il buio dell’anima. Il nero delle foto è molto forte, tanto da farle sembrare incisioni.
La seconda serie, “Passaggio verso l’immobilità”, è sviluppata con la tecnica della solarizzazione. Si vuole raccontare il rapporto uomo-respiro e nasce dalla contrapposizione tra l’essere vivente che è in continuo movimento ma incapace di regolare il proprio respiro e gli alberi che sono immobili ma respirano secondo un ritmo naturale.
Con “Megaride”, infine, Tiziana Mastropasqua ci offre un’interpretazione insolita del Castel dell’Ovo. Viene sottolineato, nelle foto molto suggestive ed intense, il legame con la leggenda medievale dell’uovo simbolo dell’eterno femminino. Non è casuale che siano delle donne le protagoniste di questo ciclo fotografico, donne sempre nascoste nel castello, mai pienamente visibili. Il castello appare sempre riflesso in uno specchio. È nascosto ed è un evidente richiamo al grembo femminile e, simbolicamente, al grembo della terra, ultima, accogliente madre dell’umanità.